Il progetto “Liver Smart Drug” ha come obiettivo la messa a punto di tecnologie innovative per lo sviluppo e la validazione, in ambito industriale, di sistemi nanostrutturati macromolecolari per la cura efficace del tumore al fegato in termini di miglioramento della biodisponibilità dei principi attivi, miglioramento dell’indice terapeutico e rilascio controllato e mirato.
Sino alla fine degli anni Novanta il tumore al fegato, l’epatocarcinoma, in Italia, era una patologia di interesse quasi esclusivo di alcuni epatologi, pochissimi chirurghi e radiologi, quasi nessun oncologo. Lo stesso scenario, ovviamente, si registrava in Sicilia, forse anche molto più evidente, nonostante la nostra Nazione e la nostra Regione, fossero state esposte pesantemente all’infezione da epatite C, alla conseguente evoluzione in cirrosi post infettiva e infine all’epatocarcinoma (HCC).
Tuttavia i pochi Centri di riferimento presenti sul territorio nazionale, prendendo esempio ed insegnamento da quelli dell’Est Asiatico, dove l’HCC era endemico, adottarono una strategia variegata e di tipo multidisciplinare che negli anni seguenti ha ottenuto rilevanti risultati diagnostici e clinici.
Questa strategia si può riassumere in pochi essenziali punti: 
Adesione alle linee guida delle più importanti Società Scientifiche Nazionali ed Internazionali, sia mediche, radiologiche, chirurgiche ed oncologiche con interesse specifico per l’epatocarcinoma;
Messa a punto di tecniche chirurgiche parenchyma sparing ed indicazione al trapianto;
Adeguamento delle tecnologie radiologiche per la diagnosi e le terapie alternative alla chirurgia;
Uso razionale dell’unico antitumorale efficace in commercio in quegli anni;
Campagna di informazione per i Medici di base e di medicina territoriale sul corretto screening dei pazienti cirrotici per una diagnosi precoce;
Affermazione della multidisciplinarietà all’interno dei Centri Universitari ed Ospedalieri dedicati a questa patologia.